Marillion
(Peter Trewavas)
di: 
Paolo Bellipanni
25/02/2007



 

Prima dell'uscita del nuovo Somewhere Else, i Marillion, capostipiti del Neo Progressive inglese degli anni Ottanta, concedono un'intervista a RockLine.it attraverso lo storico bassista Peter Trewavas, che racconta la sua esperienza con il resto della band e alcuni aspetti musicali personali...


P.B. - Ciao Peter! E’ un piacere per me poterti intervistare, perciò partiamo subito. Puoi parlarci di te stesso all’interno dei Marillion? Giusto una breve introduzione per i lettori di RockLine.it…

Peter - Ciao a tutti! Sono Peter Trewavas dei Marillion. Suono col resto dei ragazzi più o meno da gran parte della mia vita, dai primi anni ’80 in poi.

P.B. - Ora siete una delle più importanti prog rock band del pianeta. Hai mai pensato a questo quando eri più giovane? Credo che diventare una grande band come la vostra sia il sogno di migliaia e migliaia di musicisti.

Peter - Sì! Quand’ero giovane sognavo spesso di essere in una grande band e fare tour in giro per il mondo. Ho iniziato a suonare la chitarra a sette anni ed ho da sempre avuto quell’amore per la musica, per tal motivo immaginavo me stesso al livello dei miei gruppi preferiti di allora come Beatles, Rolling Stones e The Who che venivano frequentemente trasmessi nelle radio britanniche quando ero un ragazzino nei ’60. Non ho comunque mai preso queste cose sul serio, suonavo solo perchè amavo la musica. Per me non è mai stata una cosa riguardante il diventare famosi. La fama, piccola e grande, è comunque un bonus.

P.B. - Parliamo del presente. Come stanno procedendo i lavori sul vostro ultimo disco?

Peter - Abbiamo appena terminato di registrare e mixare il nostro quattordicesimo album chiamato Somewhere Else e sta per essere provato per un convegno mondiale che si terrà a Febbraio. Il disco uscirà il 9 Aprile con un grande tour per l’Europa a seguire. Tutti gli altri dettagli sono sul nostro sito www.marillion.com

P.B. - Come è cambiato il sound dei Marillion durante tutti questi anni? Sentite dentro di voi la scelta di evolvere lo stile della musica che suonate?

Peter - Essendo attivi insieme come persone da circa vent'anni siamo cresciuti e cambiati, e questo è anche il caso della nostra musica. Il più grande e orecchiabile cambiamento per la gente è stato l’arrivo di Steve Hogarth alla voce, sebbene penso che allo stesso tempo la musica sia diventata più matura dato che abbiamo imparato il mestiere del costruire le canzoni che volevamo tirandole fuori dalla naturale musica che si creava durante la fase di jamming. Manteniamo inoltre una posizione unica dove nessuno di noi deve dire alle case di registrazione o alle compagnie di management come suonerà o che stile avrà il prossimo disco, perciò si può dire che siamo puri musicisti liberi di fare ciò che ci eccita al momento.

P.B. - La vostra carriera è piena di dischi fantastici, ma se dovessi chiederti qual è il tuo preferito dei Marillion, cosa mi risponderesti?

Peter - Questa è una domanda difficile, ma penso che per la profondità dei testi e l’ottima qualità del sound forse Marbles raggiunge il massimo anche grazie ai singoli tipi di canzone come You’re Gone, Neverland o Invisible Man.

P.B. - Voi siete stati un gruppo fondamentale anche per i vostri, diciamo, “fratelli” come Pendragon et similia, che sono collegabili al vostro stile. Ma quali sono le principali bands che hanno influenzato il vostro sound? Forse gruppi come King Crimson, Yes, Genesis e tutti gli altri dei ’70, o no?

Peter - Tutti questi gruppi ci hanno influenzato mentre imparavamo per bene a suonare i nostri strumenti suonando anche la musica di gruppi come The Kinks, Beatles, The Who, i più recenti Pulp Blur Living Colour e chi più ne ha più ne metta. Io sono cresciuto con i grandi ascolti di mio padre come Duke Ellington, Arty Shaw e gente come Oscar Peterson e il Nat King Cole Trio. Sinceramente non vedo i Marillion come una prog band ma più tipo i Led Zeppelin, essendo abili nel passare dal folk al rock tipico o a qualsiasi altro genere conosciamo musicalmente.

P.B. - Una domanda semplice e rapida: di cosa parlano i vostri testi?

Peter - In generale I nostri testi cercano di ispirare o di far pensare le persone per fare qualcosa di diverso. Qui ci sono due esempi presi dal nuovo disco Somewhere Else. La canzone Last Century For Man è in breve a proposito della bramosia e del potere del mondo occidentale. Esempio: "Usin’up parts of the world we haven’t seen or been to” Un’altra canzone See It Like A Baby parla di una nuova relazione e di quanto può far esplodere la tua testa il solo pensare in nuovi modi oppure lo sperimentare cose diverse piuttosto che passare sempre attraverso gli stessi vecchi gesti della tua vita.

P.B. - Con quali importanti gruppi hai collaborato, e qual è la band con cui ti piacerebbe suonare?

Peter - Ho lavorato con Mike Portnoy (Dream Theater), Roine Stolt (Flower Kings) e Neal Morse su un paio di album con i Transatlantic, poi con John Beck e Bob Dalton (It Bites) e John Mitchell (Arena), ma anche con Dave Gregory (XTC), Aziz Ibrahim (Ian Brown) e Richard Barbieri (Porcupine Tree), ho inoltre suonato con moltissimi altri musicisti tra cui Tony Hadley (Spandau Ballet), Bruce Dickinson (Iron Maiden) e molti altri a cui non avrei mai pensato.

P.B. - I Marillion sono il più grande simbolo del Neo-Prog. Quali sono le caratteristiche che distaccano questo genere dalla versione “classica” della musica progressive?

Peter - Io penso che la cosa fondamentale per una band in un determinato genere musicale è l’evolverlo e portarlo in avanti NON ripetendo ciò che è stato fatto in passato. Noi tutti amiamo le nostre band preferite ma emulandole non potremmo mai essere veramente progressive in tutto, infatti sarebbe solo un passo all’indietro.

P.B. - Che musica ascolti nel tempo libero? Apprezzi altri generi come elettronica, post rock o qualcosa di simile a ciò?

Peter - La mia vita è troppo breve per ricordare tutti I nomi di ciò che ascolto e le bands che ho sul mio iPod che al momento include The Kooks, The Racontours, Muse, Scissor Sister, Eminem, un sacco di Blur e Coldplay, Keane più The Lamb Lies Down dei Genesis e The Tangent. Ho anche qualcosa di Caravan, Gentle Giant e Sergio Mendez.

P.B. - Qual è il Paese che non hai mai visitato e in cui vorresti passare una vacanza?

Peter - Ho sempre pensato che India e Cina siano posti molto interessanti in cui andare.

P.B. - Apprezzi la scena musicale del nostro Paese? Qui sono nate grandissime prog band come PFM, Banco Del Mutuo Soccorso etc..

Peter - Ho visto il Banco suonare in America ed amo The World Became The World della PFM. Noi abbiamo suonato parecchie volte in Italia, soprattutto al Nord ma scenderemo a Roma ora e anche in futuro.

P.B. - Grazie molte per la vostra gentilezza, Peter, sono molto soddisfatto di quest’intervista… I migliori auguri per il futuro! Puoi chiudere l’intervista come vuoi, magari ringraziando i vostri supporters di RockLine.it! Ciao!

Peter - Grazie RockLine.it per la cortesia e il supporto, spero abbiate gradito la chiacchierata, è stato divertente per me! Ci vediamo non appena torneremo di nuovo in Italia. Altre cose che non ho ricordato possono trovarsi all’indirizzo www.marillion.com! A presto!

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