Maria Minerva
Maria Juur
di: 
Gabriele Bartolini
24/12/2011

Andando a frugare nel più angusto degli angolini lo-fi dell' anno appena trascorso, scoprirete che a dominare la sezione psichedelia c'è una sola persona al comando: Maria Minerva. La giovane ventitreenne estone è riuscita infatti ad imporsi con un numero di uscite pari a sei ( contando anche la raccolta di mix FACT mix 275) ed una formula affatto semplice, che prevede la congiunzione forzata di un pop distrutto e in overdose con una forma di dance definibile assai approssimativamente come harsh. Il resto lo fa la sua voce, che con un gusto sincopato e dark a metà ammalia e seduce, conquista. Gli americani, con il solito Pitchfork in testa, l' hanno praticamente già adottata, ed è grazie anche a lei che oggi gli states possono vantare i quattro lati imprescindibili per i perseguitori di tale genere: U.S. Girls, Pocahaunted, Maria Minerva e LA Vampires, quest' ultimo nome famoso soprattutto per l' EP con Zola Jesus. L' intervista di Rockline evidenzia il suo lato di studentessa nerd, collezionista di dischi e di libri / riviste, oltre che il sorprendente attaccamento alle nuove piattaforme ed ai vecchi valori musicali...

 

 

 

G.B. - Grazie Maria per averci concesso questa intervista. Punto primo: puoi parlarci dei tuoi esordi musicali? Le profonde radici house del tuo paese ti hanno aiutato ad intraprendere questo tipo di musica?

Maria – Mio padre ha sempre avuto una immensa collezione musicale da quando sono nata. Ricordo che da bambina di solito amavo contare i suoi CD, aveva qualcosa come duemila titoli, e questo anni fa. Per quanto riguarda la cultura musicale mi ha introdotto a qualsiasi cosa, musica "seria" e pop, slow e dance, vecchia e nuova. Quando ancora non ero entrata nell' età adolescenziale ero fissata con il cheesy pop e la disco anni '70, quindi mi sono subito interessata alla vecchia scuola hip-hop, poi alla musica house ( quando avevo all' incirca tredici – quattordici anni). Poi verso i quindici anni ho attraversato un lungo periodo sull' indie-pop/rock e sulle sperimentazioni avanguardistiche, e grazie all' influenza del mio ragazzo ho conosciuto anche la techno e la musica easy-listening. Adesso il cerchio si è chiuso, sono ossessata dall' house di nuovo, fatto che molto probabilmente ha a che fare con i miei viaggi a Londra. Comunque sì, in generale ascolto di tutto e disprezzo le persone giovani prive di qualunque senso della storia, trovo strano il fatto che quando controllo il profilo di Facebook di altri utenti, a qualcuno piacciono solo bands degli ultimi due anni!

G.B. - E cosa puoi dirci delle influenze chillwave e lo-fi? Sono solo una necessità impellente?

Maria – Questa è una questione di mezzi e competenze. Penso che l' ondata lo-fi a breve naufragherà, seriamente. Nel nuovo singolo delle Nite Jewels, ad esempio, non ci sono elementi definibili lo-fi, come invece è accaduto all' esordio. Ho ascoltato qualche album in uscita di questi cosiddetti artisti lo-fi: semplicemente non suonano più lo-fi, i prossimi due anni ci mostreranno molto probabilmente come questo tipo di musica sia cambiata. Sicuramente ci sarà sempre una ristretta schiera di persone pronte a copiare tale suono per un pò, ma penso che gli artisti più interessanti presto progrediranno dalla situazione di stallo in cui ci troviamo. Sperimentale non significa lo-fi e lo-fi non significa sperimentale. La sperimentazione è già un valore di per sè, non esiste che essa venga applicata all' attitudine lo-fi.

G.B. - Cosa ne pensi dell' articolo di The Wire a proposito di questo genere di musica?

Maria – Quale? Amo The Wire, di solito conoscono molto bene gli argomenti di cui trattano. A differenza dei bloggers, che come ho già affermato, molto spesso non hanno un senso generale della storia della musica, e non conoscendo le principali figure di questa arte sono ossessionati dai micro-generi e dalle mode passeggere.

G.B. - Nel tuo ultimo EP Sacred And Profane Love le basi si fanno sentire con più ardore, e in linea di massima si ha la sensazione di assistere ad un mix di influenze hip-hop e dream-pop. Sei d' accordo con la mia disamina?

Maria – Il fatto delle influenze è molto strano. Non mi erano venute in mente le influenze hip-hop ma sentirmi dire questa cosa è davvero cool. Per me anche in questo EP le influenze generali si attestano sulla euro-disco, l' house dei primi anni '90 e forse pure il garage-rock albionico. E poi avevo intenzione di creare dei bei pezzi dance. Canto molto su questa mia ultima uscita. Stranamente, credo di odiare il cantato della musica house. È una cosa molto gay ed annoiante. Penso che Sacred And Profane Love sia un EP ambiguo per il mio usuale percorso, non so ancora se mi piaccia oppure no, ma molte persone sembrano soddisfatte. Comunque, cercherò in futuro di non proseguire in quella direzione, voglio aggiornare un pò il mio suono.

G.B. - Di cosa parlano i tuoi testi? Ti piace prendere ispirazione dai tuoi studi?

Maria – Assolutamente affermativo, prendo ispirazione dai miei studi. Amo inoltre citare e riprendere affermazioni. Ad esempio ho preso testi dal libro Molecular Revolution in Brazil ( Guattari/Rolnik gli autori). Ma per i miei testi riserbo anche uno stile molto "I love u baby". Banale ma cool. In definitiva, non sono sicura se le liriche contano per il mio tipo di musica.

G.B. - Ti piace decostruire i canoni del pop, se interessata al tema del femminismo: Bradford Cox über alles?

Maria – Lo prendo come un complimento.

G.B. - Come definiresti la tua amicizia con Amanda Brown?

Maria – Sì andiamo molto d' accordo, ci sentiamo approssimativamente un giorno sì ed uno no, l' ho appena vista in Svizzera ed è stata molto dolce. Al momento stiamo anche registrando un album insieme. Io sono una sua fan e lei è una mia fan, così siamo diventate amiche. Ho la massima stima per quello che lei e Britt ( l' altro membro delle Pocahaunted, ndr) stanno facendo.

G.B. - E cosa mi dici della new-wave e dei Cabaret Voltaire? La loro attitudine dadaista coincide con la tua iper-produzione?

Maria – Non c'è nessuna iper-produzione, le persone dimenticano che la NNF ha pubblicato tutto ciò che ho registrato dal duemilanove solo ed esclusivamente nel duemilaundici. Questo è il motivo per cui ho pubblicato molto quest' ultimo anno. Voglio procedere con calma. Ho bisogno di riposarmi un pò, pensare e poi rimettermi al lavoro. Ma sicuramente sono una dadaista. Sono inoltre una persona molto sciocca, in generale. Qualche volta credo che le persone prendano la mia musica troppo sul serio.

G.B. - Un altro tema interessante è quello riguardante la italo-disco: qual è il tuo parere a riguardo di compositori del calibro di Giorgio Moroder ( un artista in senso lato) e Tullio De Piscopo? Personalmente credo che compilation come Disco Italia: Essential Italo Disco Classics 1977-1985 diventeranno in futuro ( in parte lo sono già) un ingrediente irrinunciabile per le nuove forme di elettronica a venire...

Maria – Non sono sicura di conoscere molto bene la produzione di Piscopo. Amo totalmente Moroder, lui ha cambiato per sempre la dance music. Mi piace la italo-disco, ma qualche volta mi fa venire il mal di testa, non mi piacciono le feste in cui alcuni Dj mandano solo questo tipo di musica, è molto annoiante. Naturalmente, Moroder è un eccezione. A proposito di questo, mi sentivo veramente gasata quando Fred Ventura diventò un mio fan su Facebook.

G.B. - Sei anche una appassionata lettrice: puoi consigliarci due libri a cui non puoi mai rinunciare?

Maria – The Economist, la rivista, e Sonic Warfare di Kode9.

G.B. - Grazie per essere intervenuta, l' intervista termina qua. Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di Rockline? Buona fortuna!

Maria – Buon Natale, spero finalmente che tutti si rilassino un pò.

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