Manes
(Torstein Parelius)
di: 
Edoardo Baldini, Annarosa Moroni
04/10/2007



 

I Manes sono ritornati nel 2007 con il capitolo discografico più sperimentale della loro carriera, How The World Came To An End: a parlarne a RockLine.it è il bassista Torstein Parelius, che spiega l'evoluzione della band dalle origini Metal fino alle nuove composizioni ricche di elettronica...


E.B. - Ciao Torstein, congratulazione per il vostro ultimo lavoro. Come stai?

Torstein - Grazie, sto bene.

E.B. - Sembra che How The World Came To An End sia un'ulteriore evoluzione del vostro sound precedente. Avete aggiunto elementi Hip Hop, elettronici e Alternative nel vostro cd. A cosa vi siete ispirati?

Torstein - Ci ispiriamo a qualsiasi cosa che sia ispirante. Potrà realmente suonare come un'espressione strausata, ma sentiamo effettivamente di non avere limiti. Perché preoccuparsene. Gli unici limiti che abbiamo sono quelli che riguardano ciò che ci sembra giusto suonare o comporre, e dipendono dai gusti personali... ma non si tratta di generi o stili. Va bene tutto finché lo riteniamo tale. Potrebbe sembrare abbastanza ovvio, ma quello che posso dirvi è che ci ispiriamo molto poco al metal.

E.B. - Come avete proceduto per comporre le canzoni?

Torstein - Tutte le canzoni hanno un lungo periodo di incubazione, in cui si evolvono da una base di puro concetto, solitamente un accordo, un pezzo di chitarra o di piano o qualsiasi cosa. Poi aggiungiamo qualcos'altro, altre chitarre o la voce o qualsiasi cosa. Le sistemiamo e remixiamo e poi, dopo aver deciso di portare a termine ciò a cui stiamo lavorando, le togliamo dalla culla e le registriamo. Non cerchiamo mai di perfezionare troppo le cose o di raggiungere la struttura perfetta, semplicemente lasciamo libero sfogo alle nostre idee prefiggendo una scadenza, e poi accettiamo il fatto che il risultato di quel particolare periodo o sessione si riduce a una specie di scatto fotografico di quello che stavamo facendo durante le registrazioni.

E.B. - Potete essere considerati come uno dei progetti più sperimentali collegati alla scena black metal norvegese. Come To Pass mi è parso un mix tra il sound di Pleymo e sensazioni ancora più oscure. Quali sono le tue impressioni sulle sperimentazioni in How The World Came To An End?

Torstein - La sperimentazione è la nostra linfa vitale. Fa parte di quello che facciamo, e se non ci fosse non ci sarebbero i Manes. Non aggiungiamo elementi alla nostra musica come se fosse spezie, ma lasciamo che sia la sperimentazione a guidare il nostro lavoro. Non è come se cercassimo di essere assolutamente originali, ma cerchiamo di porci delle sfide e di fare quello che riteniamo davvero importante secondo i nostri standard.

E.B. - Nobody Wants The Truth mi ricorda lo stile degli Isis. Che cosa pensate degli album della scena Post-Hardcore/Sludge?

Torstein - Non sono esattamente d'accordo con te su questo, se devo dirlo. Ma sicuro, mi piacciono alcuni dei lavori degli Isis. Mi piace molto l'album Oceanic, e abbiamo anche suonato con loro un paio di anni fa. Apprezzo anche qualche cosa di alcune band che rientrano in quel genere, ma non sempre. Ci sono troppe copie sbiadite di altre band, come in qualsiasi altro genere.

E.B. - Avete modificato il vostro sound rispetto agli inizi. Come descriveresti i vostri primi lavori come Under ein Blodraud Maane?

Torstein - Per quanto riguarda il sound? Uhm lo definirei arido e semplicistico, con un ardore sinistro e oppressivo. Molto di tutto questo permane ancora nell'essenza della band, come molti di quei punti di vista, ma come tutti quanti ognuno di noi si è evoluto in maniera differente.

E.B. - Cosa rappresenta l'artwork della copertina?

Torstein - Nulla. Volevamo che fosse isolato dal genere, che non avesse nessuna foto e poche cose scritte. Comunque, rappresenta il vuoto e l'oscurità, ma volevamo anche che fosse parte della sensazione che si prova standosene seduti con il booklet in mano ad ascoltare il cd per la prima volta.

E.B. - Come ti immagini veramente la fine del mondo?

Torstein - Credo che affogheremo tutti nel denaro probabilmente, saldamente aggrappati ai nostri portatili con la nostra stretta che man mano si indebolisce, scrivendo blog sull'ironia mentre stiamo soffocando.

E.B. - Di cosa parlano i testi? Come mai avete scelto un titolo così apocalittico?

Torstein - Quando mi rivolgono questa domanda, ho sempre paura che la spia delle banalità cominci a lampeggiare, ma proverò a rispondere comunque. In due parole potrei dire che parlano tutte del declino spirituale della civiltà occidentale visto con l'occhio di uno spettatore. Nichilismo e negatività mano nella mano. Forse la cinica realtà.

E.B. - Nelle foto promozionali indossate vestiti molto strani. Come mai avete scelto questo stile?

Torstein - Non abbiamo nessuno stile. Tutti le foto scattate sono differenti. Ogni volta, per qualche motivo, dovevamo fare delle foto nuove, e abbiamo cercato di rendere la photo session un po' più divertente di quanto lo sia di solito. Abbiamo portato alcuni pezzi scenografici, siamo andati in location imbarazzanti. Come con qualsiasi altra cosa che facciamo (le registrazioni, suonare live ecc) dobbiamo porte sentire di rendere il tutto un po' più divertente, e le ripetizioni tendono a diventare noiose. Un'altra cosa è che le foto non c'entrano niente con la musica, quindi facciamo in modo che il risultato finale siano delle foto interessanti da guardare. Non sentiamo alcun bisogno di vendere le nostre facce, quindi le vecchie foto in posa ritoccate non fanno per noi.

E.B. - Secondo te, come si evolverà il vostro sound in futuro?

Torstein - L'evoluzione continua in tutte le direzioni possibili. Ci troviamo nella fase in cui lavoriamo a molti progetti contemporaneamente, e un paio di questi si discostano molto da How The World Came To An End. Il nostro prossimo album sarà un pochino meno elettronico visto che stiamo cercando di distanziarci dal processo (molto elettronico) che abbiamo seguito per creare How The World Came To An End. Cerchiamo sempre di trovare qualcosa che ci faccia dubitare un po' di noi, e cerchiamo di renderlo divertente nel suo svilupparsi. Un altro dei nostri progetti ha molto a che fare con la regressione, direi.

E.B. - Avete suonato con band come gli Isis, i Katatonia, i Red Harvest e Madder Mortem. Come consideri questo tipo di esperienze?

Torstein - Con che band abbiamo suonato non influenza la nostra esperienza della situazione. Mi piace la musica di tutte le band che hai citato, ma a parte qualche aspetto, ciò non ha niente a che fare con la nostra performance (come il party dopo il concerto o la musica degli altri ecc), loro non c'entrano niente con il modo in cui valuto i concerti sopracitati. Stiamo lavorando a una soluzione per rendere i nostri show più interessanti in futuro (per quanto riguarda la line-up, le impostazioni, gli effetti visivi ecc) ma non sappiamo ancora quando tutto ciò sarà fattibile.

E.B. - Andrete in tour per promuovere il nuovo album? Quando vi vedremo in Italia?

Torstein - No, preferiremmo non fare un tour per promuovere How The World Came To An End. Consideriamo comunque seriamente tutte le offerte di concerti che ci vengono sottoposte, ma scegliamo di suonare solo se riteniamo che potrebbe essere un'esperienza positiva per noi come band. Personalmente mi piacerebbe molto venire in Italia e fare un paio di show selezionati, ma fino ad ora nessun promoter si è ancora rivolto a noi. Aspettiamo di vedere come vanno le cose e magari verremo presto.

E.B. - Che rapporto avete con il nostro Paese?

Torstein - Voi avete una storia estremamente ricca di eventi di cui essere fieri, non come la storia norvegese; ma invece di preoccuparsi di espandere i loro confini, i nostri antenati hanno trafugato e distrutto in qualsiasi regione arrivassero. Non sono sicuro di cosa sia "meglio". Comunque due delle nostre release, Vilosophe e [view], sono uscite sotto l'etichetta italiana Aural Music/Code666, quindi sicuramente in qualche modo siamo connessi al vostro paese. Quest'etichetta ha prodotto anche i lavori di altri vostri validi connazionali come gli Aborym, Ephel Duath e Void of Silence. Ad ogni modo, mi piacerebbe molto visitare l'Italia presto, sia con i Manes che come turista, apprezzo sia la vostra cucina che il vostro vino, quindi non vedo l'ora.

E.B. - Qual è il responso del pubblico norvegese alla vostra musica? Siete considerati come un altro gruppo nella scena sperimentale sulla scia di Arcturus e Borknagar?

Torstein - Non so come veniamo considerati. Ritengo di appartenere ancora alla vasta scena metal per la nostra etichetta Candlelight Records, ma non è una cosa a cui pensiamo molto. E' soprattutto un'etichetta che tratta metal, quindi credo che dovremmo abituarci. Non abbiamo fatto alcun concerto i Norvegia (o in qualsiasi altro posto) per promuovere quest'ultimo album, quindi probabilmente siamo candidamente sconosciuti qui. Abbiamo ricevuto un buon voto per una recensione su uno dei maggiori giornali nazionali, 5/6, ma il giornale di musica più importante ci ha massacrati dandoci 1/6 eheh. Quindi apparentemente in punti di vista sono diversi, il che è abbastanza divertente.

E.B. - Che rapporto avete con la Candlelight? E' una buona etichetta per band come i Manes?

Torstein - Certo, non abbiamo nulla di cui lamentarci, a parte il fatto che sono molto professionali. Insistono molto sui promo e materiale simile, quindi siamo molto soddisfatti. Con buone probabilità avremo un ottimo rapporto anche nel futuro.

E.B. - Un'ultima curiosità: cosa significa Manes e perché l'avete scelto?

Torstein - Abbiamo scelto questo nome perché quasi tutte le band molto brave hanno nomi che cominciano per M, come Morbid Angel, Mogwai, Massive Attack, Motorhead ecc.
Beh no, non è davvero per quello. Credo che sia stato scelto per il suo significato latino originale, che è qualcosa del tipo "lo spirito dei morti". C'era schizzato che diceva che avremmo dovuto cambiare nome, visto che avevamo anche cambiato genere, ma non gli abbiamo mai dato retta. Si tratta di un nome, non un significato o una frase. E' come il mio nome o il tuo, e come band non ci sentiamo in dovere di giustificare nessuna crescita o evoluzione. Ha poi altri significati a seconda della lingua (provate con google) e la migliore spiegazione per Manes è qualcosa del tipo "fluidi di misurazione" in una lingua dell'est Europa. Quindi questo va bene, ecco il significato.

E.B. - Grazie per la tua gentilezza, ti auguro tutto il successo possibile.

Torstein - Grazie a voi per il vostro tempo e lo spazio dedicatoci. Aggiungo che l'Ep Deeprooted è ora disponibile solo su iTunes e sono presenti due remix esclusivi. Potete trovare il link e altre info su www.myspace.com/manes. Presto saranno disponibili due nuove t-shirt via Plastichead, quindi informatevi. E per concludere abbiamo un sito tutto nuovo www.manes.no dove ci sarà un forum, dei contest, samples e tanto altro. Saluti.

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