Fair Warning
(Helge Engelke)
di: 
Leonardo Cammi
11/10/2006



 

I Fair Warning, forti del ritorno con il nuovo Brother's Keeper, concedono un'esclusiva a RockLine.it attraverso il chitarrista Helge Engelke, che si dimostra molto disponibile a rispondere, regalando qualche impressione sul passato e sul presente della band...


L.C. - Ciao Helge! E’ un piacere poterti intervistare! Sono molto sorpreso che vi siate riuniti dopo che era sembrato ci fosse molto cattivo sangue tra di voi dallo split dopo 4. Come avete trovata la via per lavorare di nuovo insieme?

Helge - Per tutti i cinque anni durante i quali non abbiamo più fatto musica insieme, siamo rimasti in contatto amichevolmente e ci siamo aiutato l’un l’altro. Tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005 a Tommy fu offerta la possibilità di registrare un album solista nello stile dei Fair Warning, e chiesero a me e a Ule di scrivere o suonare le canzoni. Ma non ci sembrava giusto fare un album in pratica dei Fair Warning “camuffato” da altro. Non sarebbe stato bello per noi, e nemmeno per i fan. Discutendo il problema abbiamo deciso di registrare un vero e proprio album dei Fair Warning: l’ultimo che abbiamo fatto.

L.C. - Che ragioni ha avuto lo split secondo te?

Helge - Come ho detto prima, non abbiamo mai avuto problemi a livello personale. Nel 2000 ci stavamo occupando dei Fair Warning da più di dieci anni. Tommy ha sentito il desiderio di qualcosa di diverso, che non poteva fare coi Fair Warning. Quando ha informato al band riguardo i suoi piani, non ha detto: “Sto lasciando”, ma: “Farò qualcos’altro per il momento”. Ormai preferiamo vedere l’intera faccenda come una pausa di cinque anni piuttosto che uno split.

L.C. - Com’era l’atmosfera durante la scrittura e la registrazione dell’album? Era come camminare sul ghiaccio scricchiolante o è andato tutto in modo rilassato?

Helge - È stato tutto molto rilassato e non ho notato nulla di strano. La cosa ci ha sorpreso molto. Quando per esempio ho registrato le parti vocali di Generation Jedi, che è stata una delle prime cose che abbiamo registrato, Ule è venuto dentro e ha chiesto: “Come va?”, scherzosamente sia io sia Tommy risposto: “Come al solito”. La fiducia reciproca e l’amicizia non ne hanno risentito affatto, e registrare questo album è stato un vero spasso.

L.C. - Le canzoni erano già state scritte prima che decideste di riunirvi, o le avete scritte insieme?

Helge - Tutte le canzoni di Brother’s Keeper sono state scritte anticipatamente, e avevamo molto buon materiale da scegliere e da ordinare nel migliore dei modi. Dopo che abbiamo individuato le canzoni che ci piacevano di più, ognuno – come sempre – ha detto la sua riguardo gli arrangiamenti, le idee, ecc…

L.C. - Perchè il secondo chitarrista Andy Malecek non è stato coinvolto nella reunion?

Helge - Andy ha lasciato i Fair Warning nel 2000 prima che Tommy iniziasse coi Soul Doctor. Al contrario di Tommy, CC, Ule e me, Andy non ha tenuto i contatti col resto della band. Non ha mai avuto finora alcun interesse a livello professionale o privato…

L.C. - Come descriveresti il nuovo stile dell’album in parole tue? A me è sembrato più coi piedi per terra rispetto 4?

Helge - Siamo tutti abbastanza fieri di quello che abbiamo realizzato con Brother’s Keeper. È un tipico album dei Fair Warning, molto diretto e colorato. Ma soprattutto, questa volta la band ha davvero preso il volo, con tutti quanti che suonavamo così ispirati e senza restrizioni – non ci era mai riuscito prima in un album studio. Penso rifletta l’ottima atmosfera che c’era durante le registrazioni…

L.C. - 4 mi era piaciuto davvero, ma sei d’accordo con chi sostiene che l’album è stato confezionato apposta per il mercato giapponese?

Helge - Non sono d’accordo. Non abbiamo mai confezionato qualcosa apposta per nessun mercato. Semplicemente non è il nostro modo di lavorare. Con 4, come con tutti gli altri album, abbiamo cercato di fare il meglio che potevamo al tempo. I Fair Warning sono sempre stati d’accordo su una cosa: mantenere la nostra identità artistica ad ogni costo, cioè, mai vendersi a strategie di mercato, piani di vendita o idee promozionali…

L.C. - Ho letto un annuncio per il nuovo album nel quale era intitolato Return To Forever. Ora è stato distribuito come Brother’s Keeper Avete cambiato quindi il titolo? Perchè?

Helge - Avevamo circa trenta o più opzioni per il titolo, e Return To Forever era una di quelle. Quando la compagnia di registrazione chiese un titolo possibile/preliminare per la stampa era tra i nostri preferiti. Alla fine non ci è più piaciuto.

L.C. - Qual è il significato dietro il titolo Brother’s Keeper?

Helge - Brother’s Keeper è una frase tratta dal comandamento biblico che parla del prendersi cura del tuo prossimo, o “fratello”. Essendo stati in stretto contatto per molti anni, aiutandoci e occupandoci l’uno dell’altro e decidendo di regalare un vero album dei Fair Warning ai nostri fan, non tradendo la loro fede nella band, abbiamo creduto che il titolo dell’album dovesse rivelare i rapporti dentro la band e coi nostri fan.

L.C. - Pensi che il nuovo album determinerà un ritorno a lungo termine dei Fair Warning, o Brother’s Keeper è stato un caso isolato?

Helge - Prevedere il futuro è un affare piuttosto delicato, ma ma finchè saremo contenti dell’album e ci piacerà lavorare insieme di nuovo, perché non dovremmo fare un ritorno a lungo termine?

L.C. - La reunion dei Fair Warning comporterà la fine delle band che avete formato dopo lo split, Soul Doctor e Dreamtide?

Helge - No, del tutto, i Soul Doctor e i Dreamtide andranno avanti.

L.C. - Siete stati aggiunti come nuovi headliner al festival “United Forces Of Rock II”. Un riconoscimento speciale per la band?

Helge - Non vediamo l’ora di suonare nello “United Forces Of Rock II”. È quasi come se i Fair Warning fossero diventati una specie di “leggenda” dal nostri ritiro di sei anni. Abbiamo già alcune offerte per dei concerti europei quest’anno…

L.C. - Prima ceh il nuovo album fosse dato alle stampe, i vostri primi due album Fair Warning e Rainmaker sono stati ripubblicati. Cosa pensate di questi album oggi?

Helge - Ci piacciono entrambi ancora molto, entrambi sono stati molto ben accolti dai critici e dai fan dovunque, e hanno venduto, dove disponibili, molto bene. Per me i nostri primi due album sono la prova migliore che non abbiamo mai seguito nessun trend o moda, rifinendo invece e sviluppando il nostro stile. Nel corso degli ultimi pochi anni abbiamo ricevuto così tante lettere e email che ci richiedevano una ripubblicazione. Così sono tornati, belli come sempre…

L.C. - Disponibile in Europa è per la prima volta The Call Of The East DVD. CI puoi dire qualcosa riguardo questo prodotto?

Helge - Nel 1993, andammo in Giappone per la prima volta. La band era stata eletta “nuova entrare dell’anno” dai lettori della rivista Burn! e siamo volati al nostro primo tour in Giappone. La WEA, al nostra etichetta ha avuto l’idea di filmare l’ultimo show. Hanno usato cinque telecamere e un equipaggiamento all’avanguardia. Lo show è stato buono, il materiale dopo venne editato e montato molto professionalmente e nell’estate 1993 abbiamo avuto i nostri video live e Cd di prima scelta.. Poi il video è stato ripubblicato in DVD in Giappone, e solo cinque canzoni del concerto che non c’erano nella vecchia versione sono state aggiunte. È uscito benissimo, e sebbene ci fossimo tutti ammalati poi, lo show venne d’avvero bene.

L.C. - Andrete in tour per pubblicizzare il nuovo album, in particolare in Giappone? Aggiungerete un secondo chitarrista alla formazione?

Helge - Sì, andremo in tour con quest’album. Ancora adesso ci sono molte questioni aperte riguardo questi concerti, ma sono fiducioso che suoneremo in Europa in autunno. In ottobre/novembre suoneremo soprattutto in Giappone. Vorremmo usare in più un tastierista e un chitarrista in più e un secondo chitarrista-corista.

L.C. - Grazie per l’intervista e il tempo concessoci. Un saluto finale ai fans italiani!

Helge - Grazie mille per il supporto di tutti questi anni e grazie per quest’intervista. Ciao!

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