DoppioSenso
(Grinch)
di: 
Lorenzo Iotti
12/03/2008



 

La presenza di un concorso con un grande numero di band come Orquestra 4 ci ha permesso di portare su un unico palco, oltre che diversi gruppi da tutta Italia, la maggior parte delle formazioni emergenti della scena pavese. L’attenzione di Rockline è caduta in questo caso sui vincitori della quarta eliminatoria, i DoppioSenso, il cui cantante e bassista Alberto Zeffiro, detto Grinch, ci racconta la sua esperienza nel panorama underground pavese.

L.I. - Ciao Grinch, cominciamo parlando della vostra musica; spesso viene etichettata come alternative, anche se so che non apprezzi molto questa denominazione. Cosa mi puoi dire sul vostro genere, come avete creato il vostro sound attuale?

Grinch - Io non penso che noi suoniamo alternative, perchè di fatto non abbiamo molto di veramente nuovo; il nostro sound è influenzato molto dal punk, siamo molto più post-punk o power-rock che alternative; le nostre parti migliori sono quelle distorte, a cui alterniamo parti melodiche che quindi spingono ad assimilarci con l’alternative italiano, ma la nostra influenza maggiore è quella del punk.

L.I. - Come vedi la scena rock e alternative italiana, e quella di Pavia, la nostra città?

Grinch - Io amo la musica della nostra città, penso che conoscere i gruppi della propria città sia la prima cosa da fare per avere una formazione musicale. Penso che a Pavia ci sia una scena sottovalutata ma di ottimo spessore musicale: per quanto riguarda l’alternative ci sono gruppi come i Without A Trace o La Debole Cura, ma possiamo prendere anche molto da gruppi stoner come i Koan, che hanno un suono più aggressivo, o anche dagli Iceberg che sono più orientati sul post-punk. Sulla scena italiana i miei gruppi preferiti sono Verdena e Afterhours, mentre ad esempio i Marlene Kuntz mi piacciono più che altro per quanto riguarda i testi. Il mio personaggio preferito della scena, che spesso anche senza volerlo mi viene da emulare, è Manuel Agnelli, che credo mi abbia influenzato ancora di più dei gruppi che ti ho citato prima.

L.I. - Hai parlato di testi, so che sei tu l’autore di tutte le vostre lyrics; puoi dirmi come nascono i testi dei DoppioSenso?

Grinch - I testi, nonostante io suoni il basso, li scrivo suonando la chitarra classica; per me sono una sorta di liberazione, quando accumulo dentro di me della rabbia, o della felicità, o comunque delle emozioni, cerco di buttare fuori tutto nei testi...è come fare l’amore e svuotarsi le palle. Non cerco la finezza letteraria nella rima baciata, cerco un’emozione immediata ed un testo che si addica alla musica che ho già scritto. I testi li scrivo sempre dopo le musiche, è come una pennellata sulla tela della nostra musica.

L.I. - Parliamo un attimo della vostra evoluzione musicale: voi siete partiti dal punk, per arrivare a qualcosa di molto più elaborato. Come sono avvenuti questi cambiamenti?

Grinch - L’evoluzione è avvenuta con la necessità e la volontà da parte di tutti i componenti del gruppo di mettere giù dei pezzi propri, e partendo da un suono punk abbiamo cercato di addolcirlo e anche di metterci dentro più influenze rock. Spesso ci dicono che siamo grunge, secondo me siamo più rock, perchè abbiamo dei dialoghi di chitarra molto rock. In ogni caso è stata un’evoluzione causata anche dall’età, visto che spesso si comincia a suonare con il punk; comunque ci è rimasta la vena punk, per fare un paragone universitario abbiamo fatto la triennale in punk e la biennale in alternative!

L.I. - Parliamo allora del vostro ultimo album InterYourMente: innanzitutto, come è nato questo gioco di parole nel titolo?

Grinch - Il titolo è nato per caso una sera che ero molto ispirato...il mio obiettivo musicale è proprio di riuscire a liberarmi di alcune emozioni e riuscire a farle rivivere nella nostra musica, e quindi sono delle emozioni che io sento interiormente, e vorrei che fossero anche nella mente altrui, per poter essere condivise; quindi sono tutti pezzi molto introspettivi che, quando uno riesce a sintonizzarsi su quelle frequenze, riesce a vivere e ad apprezzare. Per questo abbiamo scelto InterYourMente.

L.I. - E’ stato il vostro primo demo realizzato in modo serio: come è stata la registrazione?

Grinch - Eh c’è voluto un bel po’ di tempo, e molto affiatamento del gruppo in tutti i momenti passati in studio con il fonico, Elvio, che già da tempo ci conosceva e ci apprezzava, e ha lavorato con grande amore; credo che questo si senta nell’album, perchè nonostante sia stato registrato in poco tempo e senza spendere molto credo abbia un sound di discreta qualità, proprio perchè il fonico che ha lavorato con noi ha amato quei pezzi e quel tipo di sound.

L.I. - Un aspetto fondamentale dei DoppioSenso sono i concerti: i pezzi di InterYourMente, ad esempio, si sono sviluppati nel corso dei concerti dell’anno scorso, e adesso li state riproponendo dopo l’uscita del disco con continue modifiche. Qual è il vostro rapporto con i live?

Grinch - Penso che la nostra esperienza live sia stata quella che davvero ci ha caratterizzato: noi abbiamo sì delle idee discrete, che cerchiamo di mettere in musica in modo discreto, ma quello che veramente ci contraddistingue è che in certe serate, quando abbiamo la lune giusta tutti e quattro, riusciamo a fare delle performance live dove davvero c’è un coinvolgimento ed un amore da parte di tutto il pubblico e da parte del gruppo nei confronti del pubblico che è proprio palpabile, ed è stato quello che ci ha dato la forza e la voglia di spendere dei soldi per realizzare questo nuovo demo. L’esperienza live penso sia stata quella che ci ha caratterizzato e ci ha formato; il cd puoi trovarlo bello, ma a vederci dal vivo puoi riuscire a rivivere delle emozioni uniche che solamente un live può darti. Proprio su questo discorso di continuare a riproporre live gli stessi pezzi, stiamo lavorando molto per cercare di riarrangiarli, stiamo già riarrangiando Il Fiore Della Verità, riarrangeremo Passerà, e faremo anche delle versioni acustiche per poi andare a Poliradio che ha chiesto la nostra presenza in trasmissione, quindi stiamo cercando sì di comporre qualcosa di nuovo, ma anche di non dimenticare quello che abbiamo fatto prima, cercando di abbellirlo e migliorarlo.

L.I. - Infatti, mi piace molto che ad ogni concerto provate ad inserire effetti nuovi...

Grinch - Certo, noi pensiamo sempre di migliorarci ed il live è il nostro campo di battaglia. Penso che i DoppioSenso siano un gruppo live, più che un gruppo da sentire su cd.

L.I. - Alcune delle canzoni meglio riuscite in InterYourMente sono quelle dove avete sperimentato delle collaborazioni, ad esempio con l’inserimento del violino o della voce femminile. Da dove è nata questa idea?

Grinch - Fa sempre parte del discorso che facevo prima sulle sperimentazioni: abbiamo pensato che sperimentare nuovi strumenti, compresa una nuova voce, potesse cambiare le canzoni in meglio, renderle diverse, più melodiose e più originali. Prima di tutto abbiamo pensato alla collaborazione con Francesca Picchi in Chiaroscuro, per provare a mettere la voce femminile in una canzone per niente melodica, forse la più astrusa e pesante che abbiamo mai fatto, e questo ha avuto un buon riscontro. Il violino abbiamo pensato di inserirlo nelle parti pulite di Male, ed è stato uno dei lati che quelli che hanno ascoltato il cd hanno apprezzato di più, e questo mi fa molto piacere. Anche nel nuovo arrangiamento del Fiore Della Verità stiamo cercando di inserire il violino per cercare un coinvolgimento maggiore, perchè credo sia uno strumento che riempie il suono in maniera completa e crea anche un certo pathos e una grande emozione. Un suono post-punk con l’inserimento del violino mi sembra sia una cosa originale e molto valida.

L.I. - Come vedi il futuro dei DoppioSenso: credi che rimarrete sempre a questo livello, o non escludi l’idea di diventare un gruppo a livello professionale?

Grinch - Questa è una bella domanda! Devo dirti che, se la fai a Grinch dei DoppioSenso, ti direbbe: sento in me una vocazione che mi dice fallo, e mettici tutta la passione che hai. Certo bisogna vedere se tutti i componenti della band amano davvero così tanto il gruppo; io penso che dal modo in cui io approccio il mondo musicale si deduce che, oltre a delle qualità che posso avere o non avere, è la passione quello che mi contraddistingue, e l’amore anche proprio per la scena pavese come dicevo, la voglia di conoscere più gruppi e più musica possibile. Un’evoluzione futura sarà determinata dalla voglia di continuare a migliorarsi sempre: se il livello a cui saremo arrivati starà bene a tutti, allora non ci sarà un seguito, se invece ci sarà ancora volgia di rivedersi e migliorarsi allora ci sarà un seguito. Io vedo dei DoppioSenso in futuro un po’ meno prevedibili e più sperimentali, con elementi nuovi come l’aggiunta del violino, e l’acquisizione di una sicurezza e di una maturità live che può portare abbastanza lontano. Io credo che i DoppioSenso, se esisteranno ancora, saranno un gruppo “più Apnea e meno Eclissi”, o magari sulla scia dell’ultimo pezzo Divinamente Perso Nella Delirante Solitudine Di Viola: è un pezzo magari difficile da apprezzare, ma credo sia originale, perchè è nato dalla confusione più che da un’idea. E’ un pezzo che potrebbe segnare la fine di un’epoca e l’inizio di un’epoca nuova, un pezzo molto introspettivo, e credo che il testo sia il migliore che io abbia mai potuto scrivere. L’assenza di ritornello e il cantato generano confusione, secondo me è il pezzo più triste che abbiamo scritto, è nato per essere incompreso: o lo si ama o lo si odia.

L.I. - Hai parlato di riarrangiamento di pezzi vecchi: pensate anche di riarrangiare i vostri primi pezzi punk?

Grinch - Su questo fatto c’è una grande diatriba nel gruppo: io vorrei cercare di riarrangiare Sei Magica, uno dei nostri pezzi vecchi, con violino e voce femminile, in chiave molto più melodica, più rock e addirittura pop, anche se forse in questo modo si nasconderebbe una certa parte dei DoppioSenso...quindi bisogna vedere quanto siamo disposti a sperimentare.

L.I. - Non credi però che tutte queste sperimentazioni potrebbero abbassare il coinvolgimento del pubblico nei concerti?

Grinch - Eh questo è vero, senza dubbio i pezzi migliori dal vivo sono quelli che la gente riesce a cantare, come ad esempio Eclissi, che è un pezzo di una semplicità disarmante, e alla fine anche questo testimonia la grande eterogeneità della nostra musica. Quindi c’è molto da riflettere, dobbiamo decidere bene quello che va salvato e quello che va accantonato, e puntare sempre al coinvolgimento live, magari ad un nuovo modo di coinvolgere, più maturo e meno irriverente.

L.I. - Proprio riguardo a questa vostra eterogeneità, la vostra canzone Tempi Moderni è molto diversa dalle altre, sia come musica che come argomenti, molto più punk e più aggressiva. Come è nata questa canzone?

Grinch - Tempi Moderni l’ho scritta una sera che sono andato a sentire i Marlene Kuntz a Cascina Monluè, e vedevo Gianni Maroccolo che suonava con disinvoltura una base molto lenta, e nello stesso tempo Godano diceva delle cose di una cattiveria, così graffianti, che quasi mi si è bloccata la crescita! Quindi ho voluto cercare di ricreare qualcosa di simile, e penso che in questo pezzo sia molto importante anche la cattiveria delle chitarre, dei jingle molto irriverenti; forse è il pezzo più veramente post-punk che abbiamo, non è un pezzo introspettivo che parla di donne, di solitudine e quant’altro, parla della realtà che vive ogni giorno un normale ragazzo che guarda la televisione. E’ un pezzo molto coinvolgente, e proprio per questo nei live lo mettiamo come ultimo, perchè è un pezzo di grande sfogo sia per me che per il pubblico, ed è questo quello che io intendo per punk. Io dopotutto penso di essere un uomo punk più che alternative, infatti ad esempio di Manuel Agnelli amo Lasciamo Leccare L’Adrenalina, Male di Miele, Strategie, che sono canzoni di rabbia e non di calcolo, ed è la stessa ragione per cui non apprezzo troppo i Marlene.

L.I. - Dal punto di vista dei componenti siete molto eterogenei, credo che questo aggiunga molto alla resa della vostra musica, non trovi?

Grinch - Sì certo, penso che sia una delle cose che più ci contraddistingue: basta vedere i due chitarristi Alberto e Sergio, che hanno provenienze e gusti musicali completamente diversi, dai Led Zeppelin ai Metallica. Inoltre bisogna tener conto che nei DoppioSenso ci sono due componenti del 1986 e due dell’89, che quindi vivono realtà diverse...a me ad esempio piace conoscere molta gente, Sergio è un po’ più chiuso nel suo mondo universitario. Il batterista Spuka invece è quello più influenzato dal post punk...insomma, ognuno ha un background molto differente, ma poi tutto questo trova un punto d’incontro nella nostra musica; siamo quattro persone molto diverse, che pensano cose diverse e ascoltano musica diversa, e credo che questo si senta molto.

L.I. - Già, credo che soprattutto nei live questo aggiunga molto alla vostra musica; come risolvete però queste differenze nella fase di composizione?

Grinch - La fase della composizione è sicuramente molto importante...le musiche le ho scritte io, così come i testi, però comunque il mio basso fa gli accordi di base, la chitarra di Albe fa gli arpeggi e quella di Sergio le melodie, e queste due ultime cose sono farina del loro sacco. Io metto giù una base e una struttura, poi lascio fare a loro, conosco le loro potenzialità e so che sarebbe inutile andare lì con un pezzo già interamente scritto, quindi io metto una base di basso, su cui poi loro inventano, e solo dopo nasce la voce.

L.I. - Mi puoi dire come è nato il nome DoppioSenso?

Grinch - Beh è nato quando facevamo punk, perchè volevamo un nome che fosse irriverente...poi non l’abbiamo mai voluto cambiare, perchè alla fine è un nome molto semplice e diretto ma anche irriverente, e poi non ha una diretta influenza, non è punk nè rock nè alternative, è molto libero, senza preclusioni, come il nostro genere del resto.

L.I. - Bene, per concludere, ti chiederei di presentarvi a chi leggerà questa intervista senza sapere chi siate. Come definiresti i DoppioSenso?

Grinch - Dunque, l’intento dei DoppioSenso è quello di offrire qualcosa che non è mai stato sentito, ma questo è molto difficile da realizzare. Più che altro, la nostra è una musica sincera, e con sincera intendo quella matrice che ha fatto dei Nirvana dei grandi pur facendo quattro accordi, perchè quei quattro accordi li proponevano live così come li suonavano in sala prove. Se dovessi incontrare qualcuno che non ci conosce gli direi più che altro di venire a sentirci dal vivo, perchè dal vivo riusciamo a trasmettere qualcosa che secondo me è unico, qualcosa che i DoppioSenso ti danno; aldilà del fatto che ti piaccia o meno la musica, non puoi rimanere indifferente a una loro esibizione live, e se hai la pazienza di ascoltarli e di seguirli puoi veramente rivivere in un pezzo cinque o sei emozioni diverse. Se ti piace non un genere, ma una musica che ti dia delle emozioni, vieni a sentirci dal vivo.

L.I. - Ok, questa era l’ultima domanda, ciao e grazie mille!

Grinch - Grazie a voi per l’intervista! Se volete ascoltarci, venite sul nostro myspace www.myspace.com/doppiosensopavia

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