Diablo
(Rainer Nygård e Marko Utriainen)
di: 
Andrea Rubini
11/07/2006



 

RockLine.it incontra i Diablo, Thrash Metal band finlandese molto attiva e conosciuta in patria, che sta emergendo anche in Europa. Scambiamo dunque due parole con il frontman Rainer e il chitarrista Marko, reduci dall'ultima uscita Mimic 47...


A.R. - Ciao ragazzi, e grazie del tempo che avete trovato per noi. Riassiumiamo velocemente la vostra storia?

Rainer - Io e Marko ci conosciamo da sempre, veniamo da una zona a nord della Finlandia, che è davvero prolifera di musicisti, quindi é stato naturale conoscersi e iniziare a suonare insieme. Sono esattamente vent’anni che ci sopportiamo (ride NdR). Poi ci siamo trasferiti qui nel sud e abbiamo conosciuto Aadolf (bassista) e Timo, il nostro primo batterista, e da lì abbiamo veramente iniziato a suonare seriamente. Il resto è storia, quattro album, il contratto con la Poko Records, e tante, tantissime gig.

A.R. - Qui avete davvero un grande seguito, cosa ne é degli altri Paesi scandinavi?

Marko - Non siamo a conoscenza dei numeri di vendita, però al di fuori della Finlandia non abbiamo mai praticamente suonato. Ieri (30/06/06 NdR) é stata la nostra prima vera gig estera, in Estonia, un esperienza singolare.

A.R. - Cosa intendi?

Marko - Non era un concerto o un Metal festival, era un moto raduno, quindi erano tutti impegnati a guardarsi le moto; noi suonavamo in pratica per quaranta persone, e oggi sono almeno diecimila. Però la consideriamo una esperienza positive, e ci siamo estremamente diveriti.

A.R. - Il nome Diablo da cosa deriva?

Rainer - Da un vecchio telefilm poliziesco, dove c’era questa gang criminale chiamata Diablo, e il suo capo era un certo Gonzales, una persona molto loquace e che usava la parola “fuck” con assidua frequenza. Abbiamo trovato il paragone calzante. Non c’è nessun riferimento al Diavolo, e non siamo particolarmente amanti del genere Black, anche se ci sono un paio di artisti che apprezziamo. Ma se intervistassi Aadolf, ti darebbe una versione differente, a lui piace molto il Black Metal, ed é un super fan degli Emperor, ad ogni nostra gig ha una loro maglietta, da sempre. Penso che ne abbia almeno quaranta a casa…

A.R. - Rimanendo agli esordi, il vostro sound a chi faceva capo?

Rainer - Alle storiche band americane, ai Testament, Metallica, Sepultura primo periodo e ai Kreator. Ma abbiamo sviluppato un nostro suono fin dal principio, e l’arrivo di Heikki (l’attuale batterista NdR) ha notevolmente rafforzato il tutto, in quanto anche lui é songwriter, quindi i pezzi sono passati da quattro a sei mani. É stata una evoluzione naturale.

A.R. - Parli di sei mani nella stesura dei pezzi, come nasce dunque una vostra canzone?

Rainer - Dalla chitarra, la musica é sempre il primo passo, poi la stesura generale e l’inserimento delle varie componenti. Le liriche sono sempre come ultime, anche perché cerco di seguire la musica e vedere cosa mi ispira, e cosa ci posso ricamare sopra.

A.R. - Tornando alla evoluzione, pensi che un domani i Diablo possano essere coinvolti nel movimento post-thrash e subire influenze core, come sta succedendo in America con queste new-act?

Rainer - Non credo assolutamente, non ascoltiamo quella musica, quindi non possiamo venirne influenzati. Non voglio offendere nessuno, ma gruppi come i Killiswitch Engage per me sono noiosi.

A.R. - Perché pensi che Eternium e Mimic 47 siano usciti dai confine finlandesi, e non i primi due album?

Marko - Personalmente ritengo che anche Renaissence fosse un bell’album, ma non avevamo le persone giuste dietro, e se non vieni promosso, é difficile uscire dai confine del nostro Paese, dove abbiamo la possibilitá di farci conoscere attraverso le gigs. Eternium é comunque piú maturo, eravamo anche piú grandi e con piú esperienza, e avevamo avuto piú tempo di conoscerci e aumentare la nostra sintonia.

A.R. - Pensi che la fortuna di Mimic 47 sia dovuta anche al video che ruota abbastanza frequentemente?

Marko - Un video é un ottimo strumento di pubblicitá, anche se molto artificiale. Girandolo non eravamo completamente a nostro agio, noi siamo gente da palcoscenico che interagisce e suona davanti a persone vere. Per questo stiamo seriamente pensando di registrare dei concerti e metterle on-line, cosí la gente puó sentire i veri Diablo.

Rainer - Sì, dal vivo noi siamo noi stessi, inoltre in Finlandia dopo sei anni che siamo in giro come professionisti, conosciamo ogni locale, ogni tecnico, ogni lucista, ogni persona sia in questo ambiente, ed inoltre abbaimo un gran feeling con il pubblico. Cantiamo in inglese, perché riteniamo l’inglese la lingua ufficiale dell’Heavy Metal, ma interagiamo nella nostra madre lingua, che facilita le cose, e ci fa sentire veri. Con questo non dico che vogliamo solo suonare qui, stiamo seriamente pianificando di girare l’Europa, sarà interessante, e una scommessa anche per noi, che ci farà nettamente crescere dal punto di vista professionale.

A.R. - Nel vostro album di esordio avete coverizzato Dancing Queen, come nasce questa idea?

Marko - La decisione è stata unanime, volevamo una canzone non metal, perché una canzone metal può essere risuonata, e non avremmo potuto apportare nessun nuovo elemento. Quando avevamo solo il primo album fuori, era proposta anche live, poi é progressivamente sparita dale nostre set list, l’ultima volta risale ad almeno quattro mesi fa.

Rainer - Stiamo peró pensando ad una nuova cover, Living On A Prayer dei Bon Jovi. L’abbiamo provata ed ha un vocalismo che suona maledettamente “evil”… Uh-yee-ah! (lo canta NdR)

A.R. - Bene ragazzi, abbiamo finito, un saluto all’Italia?

Rainer e Marko - Ciao, è stato un piacere, e ricordate, Keep The Metal Spirit Alive!

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