Death Angel
(Mark Osegueda)
di: 
Andrea Evolti
28/08/2006



 

Mark Osegueda è una di quelle persone che hanno la capacità di farti ricordare che il mondo del Metal, per quanto sia un universo musicale che deve avere a che fare con certi meccanismi del business, riesce ancora, anche in questi tempi di sovraffollamento da parte di band ‘costruite’ a tavolino da manager, ad essere diverso: ad essere, in primis un mondo fatto di arte ed entusiasmo. L’entusiasmo del singer dei Death Angel, un paio d’ore prima della loro performance all’Evolution, è contagioso, tonificante, incendiario e le domande fatte nel loro camerino vengono esaudite dalle sonore e possenti risate dell’oriundo filippino, che spiega il presente, il passato ma, come è giusto aspettarsi da lui, il futuro dei Death Angel, perché hanno ancora molto da dire...

A.E. - Siamo a due ore dalla vostra esibizione di stasera Mark, ma, come prima cosa, ti volevo chiedere del futuro dei Death Angel: insomma, state preparando qualcosa di nuovo? Dobbiamo aspettarci a breve una nuova release?

Mark - Prima di tutto, mi hai ricordato quanto io sia emozionato per l’esibizione di stasera! E’ veramente esaltante essere qui, suonare con band di questo livello e poter avere un posto così in alto nella bill dell’Evolution! Speriamo di riuscire ad offrire un gran spettacolo alla gente! Per quanto riguarda quello che bolle in pentola in casa Death Angel, ti devo dare una buona notizia: abbiamo iniziato le prove per la composizione del nuovo materiale. Siamo già a buon punto, molti brani hanno già raggiunto una forma definitiva e si cominciano a delineare anche gli arrangiamenti ed i testi. Potrei pronosticarti l’uscita di un nuovo album entro i primi mesi del prossimo anno, ma premetto che non c’è ancora nulla di sicuro. La Nuclear Blast ci ha lasciato, come suo solito, totale libertà di stile e di tempi di realizzazione. Siamo molto felici di questo, visto che abbiamo molte ispirazioni e vogliamo ottenere il meglio da questo disco; soprattutto vogliamo incidere, com’è nel nostro stile, un disco in cui crediamo al 100%.

A.E. - Sarà un album che racchiuderà, come spesso avviene, un vortice di svariate influenze che si andranno ad innestare sul vostro speed/thrash o avete in mente di realizzare un lavoro più omogeneo questa volta?

Mark - I Death Angel hanno una loro identità proprio perché la lasciano fuoriuscire e non cercano mai di indirizzarla a tavolino verso questa o quella direzione. Certo una personalità musicale la manteniamo, ma non c’importa tanto da dove arrivino le influenze, quanto che siano buone, interessanti e s’innestino in maniera naturale nel nostro sound. Ad esempio, vedendo il responso dei fan con The Art Of Dying, siamo stati felici di constatare di essere riusciti ancora una volta a dire cose nuove con la nostra lingua. Sicuramente c’è gente che invoca sempre i vecchi pezzi, ma moltissimi, durante la tournée del nuovo album, ci richiedevano pezzi come Devil Incarnated. Questo è molto importante per noi, il fatto, voglio dire, che siamo riusciti a fare ancora un lavoro che abbia lasciato un segno positivo nel pubblico.

A.E. - Dopo scioglimento, reunion e l’ingresso di un nuovo membro e tenuto conto dei vari background musicali di ogni componente, è stato difficile ristabilire un’armonia nel processo di songwriting negli ultimi due-tre anni?

Mark - Assolutamente no, visto che ormai ne avevamo passate così tante che le novità sono il nostro pane quotidiano!!! Ah ah! Noi veniamo tutti da influenze musicali molto eterogenee, pertanto questa varietà di stili è sempre stata la natura dei Death Angel. Dopo lo split, molti membri, me compreso, hanno portato avanti progetti musicali molto diversi dai Death Angel. stessi, come i The Organization di Rob. Ci siamo sempre rispettati molto per questo, per questa volontà di provare cose nuove e quando è venuta l’occasione di riprendere il discorso Death Angel, l’ingresso di un nuovo elemento è stata un’ulteriore iniezione di entusiasmo, con la possibilità di inserire cose nuove ma anche di rinvigorire la nostra natura speed/thrash, per tornare anche un po’ alle origini. Di conseguenza l’ultimo periodo è stato quello più semplice per quanto riguarda il feeling tra i membri, visto che una personalità era consolidata e le nuove influenze venivano assimilate molto più facilmente da un organismo già ‘rodato’ sotto questo punto di vista.

A.E. - Senti Mark, voi avete sempre e comunque parlato anche di fatti ed eventi che avvenivano nel mondo, nelle vostre canzoni e, comunque, la vostra musica rispecchia sempre scenari di tensione, speranza e rabbia, che possono essere influenzati dagli avvenimenti che si succedono nel mondo: per il nuovo album che sta nascendo, c’è per caso qualche avvenimento che pensi possa avervi influenzato, più o meno esplicitamente?

Mark - Guarda, sicuramente quello che avviene nel mondo che ci circonda, ci influenza, ci colpisce e fermenta dentro di noi, per poi esplodere nella nostra musica. Non si tratta di parlare di politica o della situazione internazionale in maniera esplicita, almeno nel mio caso, ma di far uscire le sensazioni che hai dentro, le tue paure, speranze ed angosce, che si formano in base a ciò che vedi e che vivi. Diciamo che noi siamo una sorta di filtro che trattiene le emozioni ed i pensieri che il mondo che ci circonda fa nascere in noi, per poi riscriverli personalmente con la nostra musica. Diciamo che noi riviviamo e rappresentiamo in prima persona e mettendo noi come protagonisti, una storia ispirata ad altre storie vere alle quali abbiamo assistito. Tutto cresce dentro noi, accumula energia, che sia questa rabbia, gioia, tristezza, amore, sconforto, per poi venire buttata fuori attraverso i nostri strumenti…..sparata come una palla di cannone a tutta velocità! Ah ah ah!!!

A.E. - Avete in programma, con tutti i concerti da voi fatti, specie nell’ultimo periodo, di far uscire un DVD, visto che molti gruppi stanno sfruttando al massimo questo supporto tecnologico per pubblicare videoclip o performance dal vivo?

Mark - Dunque, abbiamo già realizzato un DVD per l’uscita del nostro box che conteneva le rimasterizzazioni dei primi due album con bonus track in aggiunta, un cd di inediti e rarità, ed appunto questo DVD con un sorta di documentario visivo sui primi anni di vita dei Death Angel. Abbiamo, però, ancora un sacco di materiale, specialmente dell’ultimo periodo e di certo abbiamo intenzione di far uscire un DVD con uno o più dei nostri concerti. Per adesso, però, non ci sono ancora tutti i dettagli e siamo ancora in fase di progettazione. Ci teniamo molto anche perché abbiamo tantissimo materiale del primo tour dopo la reunion, quando non avevamo un disco nuovo fuori e non ci aspettavamo un’accoglienza di questo genere, specialmente in Italia, dove suonammo una sola volta nel 1992. Al No Mercy Festival del 2003 ricevemmo un’accoglienza di pubblico assolutamente incredibile, quasi fossi noi gli headliner. Ovviamente ci teniamo a fare un DVD che riporti questi momenti bellissimi della nostra carriera, specialmente l’attaccamento dei fan nei nostri confronti ed il calore che ci hanno sempre riservato.

A.E. - Ultimamente un nuovo trend è apparso sulla scena metal, o, quantomeno, molti giornali sembrano averlo battezzato con questo nome: il metalcore. Sto parlando di band come Killswitch Engage e Trivium. Un misto di thrash/death metal, melodia ed un po’ di hard-core. Mark, in un certo qual modo, non vi sentite voi come dei ‘padri’ per queste nuove band, visto che elementi come melodia, aggressione e tecnica, sono tra le peculiarità principali di queste formazioni?

Mark - E’ una splendida cosa, e non solo perché queste formazioni da te menzionate, oppure gli Hatebreed, sono in gamba, suonano bene e mi piacciono. In un certo qual modo gruppi come gli Slipknot, che dichiarano il loro amore per thrash, power, death e black metal, contribuiscono a far conoscere questi generi a molte persone che hanno così la possibilità di scoprire band del passato e del presente, di cui non sapevano neppure dell’esistenza ma, soprattutto, fondendo molti di questi elementi, creano la capacità, nei loro fan (quasi sempre molto giovani) di non chiudersi su i un solo sotto-genere, ma di spaziare, in maniera da creare dei gusti propri e variegati e, pertanto, di far sì che i nuovi musicisti possano essere più personali ed originali. Ragazzi è bellissimo essere i padrini di questa nuova generazione, che riparte proprio dal passato per costruire un futuro! Ah ah!!!

A.E. - Quindi, vedendo questo ritorno d’interesse per un metal veloce, strutturato e tencico, possiamo dire che i Death Angel sono più all’avanguardia di certi gruppi moderni, oggigiorno, e che non siete affatto vecchi, dopo tutto?

Mark - Ah ah!!! Sicuro!!! A parte che, quando suono e vedo l’entusiasmo sul volto della gente, sento la loro energia, non mi ritengo vecchio per niente!!! Comunque te l’ho detto: è bello vedere che il metal e quello che hai fatto in questa musica, non muore e non è mai fuori moda o anacronistico. Non sarà mai stato in cima alle classifiche, però preferisco essere sempre in corsa e faticare, piuttosto che fare un po’ di giri in testa facilmente e poi ritirarmi!! Ah ah!! Poi anche noi continuiamo a crescere come musicisti ed a diventare sempre più forti come band, attraverso anche le difficoltà che affrontiamo. Siamo cresciuti anche come persone, imparando il rispetto reciproco e la coltivazione dell’amicizia tra noi!

A.E. - Mark ultime due domande, perché il tempo è tiranno. Se un tizio, quando provavate ancora nel garage di casa vostra a San Francisco, fosse venuto da voi dicendovi quello che avreste realizzato in futuro, che cosa gli avreste risposto?

Mark - Wow!!!!!!!!!!!!!!!! (l’urlo mi ha letteralmente tramortito NdR) Guarda, sarei esploso dalla gioia ma anche dall’incredulità, e forse, dopo, gli avremmo dato anche del pazzo. Questo non cambia, però, l’energia e l’entusiasmo che provavamo a suonare assieme e scrivere, comporre, raccontarci le nostre idee e provare, provare e provare con la massima forza e dedizione. Non era tanto la ricerca del successo: avremmo provato così anche se quel tizio ci avesse dato contro tutti i pronostici, perché, in realtà noi amiamo suonare; tutto il resto è venuto dopo, ed è stato bellissimo, ma è venuto dopo. Al primo posto c’era la musica, il metal, qualcosa che era intimo, nonostante la sua potenza. Di sicuro, però, vedere che dopo tanti anni non solo i fan hanno continuato a seguirci, ma sono addirittura aumentati, beh, ci ripaga ancora di più di tutti i sacrifici fatti.

A.E. - Ultimo quesito: chi è stato il responsabile della tua scelta di voler essere un cantante, l’uomo che ti ha fatto ‘vedere la luce’ e quali tre dischi ti porteresti su di un’isola deserta?

Mark - Oh my God!!! Beh, l’uomo che mi ha folgorato è stato sicuramente Ozzy Ozsbourne con il disco Sabbath Bloody Sabbath. La sua voce, unita a quei riff possenti e granitici mi hanno letteralmente conquistato, facendomi sentire una forza interiore incredibile ed un’energia inarrestabile! Per la seconda…mhhh…domanda terribile!!!! Scelta veramente ardua…dunque: Tom Waits The Heart Of Saturday Night…comunque vorrei che venisse anche la mia ragazza con me, tengo a precisarlo!!! Ah ah!!! Allora, come secondo Billy Holiday, un doppio CD-compilation….e poi dai, un cd dei Death Angel questo concedetemelo…non mi lasciate né Vhs, né DVD…e neppure una donna!!!!!!! Non siate così cattivi!!!!

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