Darzamat
(Spectre)
di: 
Edoardo Baldini
03/02/2007



 

I polacchi Darzamat, autori di un efficace connubio di Black atmosferico e Gothic sinfonico, si presentano in Italia per tre importanti date a Napoli, Ascoli e Torino, per promuovere l'ultimo lavoro Transkarpatia. A parlare a RockLine.it dell'album e dei progetti futuri è il tastierista Spectre...


E.B. - Ciao! Complimenti per il vostro ultimo album! L’ho trovato molto interessante. Quali sono le vostre impressioni?

Spectre - Ciao anche a te. Sia le mie che le sensazioni della band sono molto positive. Siamo molto contenti, visto che ci siamo impegnati a fondo ed è venuto fuori esattamente come lo volevamo noi. Personalmente, non gli cambierei niente. I Darzamat continuano ad evolversi e credo che il nostro prossimo album sarà anche meglio. Transkarpatia è stato ricevuto molto bene in tutto il mondo. Sempre più persone cominciano a rendersi conto del potenziale dei Darzamat.

E.B. - Darete il via al vostro tour proprio qui in Italia, dove suonerete tre concerti. Vi sentite preparati? Quale sarà la set-list?

Spectre - Ci sentiamo sempre pronti. La musica è la nostra vita e i concerti sono i nostri respiri, ed è impossibile vivere senza aria. Suoneremo di sicuro un po’ di canzoni dall’ultimo album, insieme ad altre da Semidevilish. Chi lo sa, forse suoneremo qualcosa anche da i nostri album meno recenti. Cercheremo di proporre la set-list più intensa. Tutto sullo stile Darzamat.

E.B. - Qual è l’atmosfera tipica di un vostro concerto?

Spectre - Sai, dipende da dove suoniamo. Di solito c’è un’atmosfera molto feroce. Ci sono posti in cui dopo le prime due o tre canzoni la gente rompe le barriere per venire sul palco a cantare con noi. Mentre in altri posti la gente è seduta e ascolta attentamente. La gente sente la nostra musica in modi diversi, ogni individuo è unico ed ha diritto ad una propria attitudine. Noi ovviamente diamo il massimo a chiunque. Diamo il 120% ad ogni concerto, indipendentemente dal quante persone ci siano. Sudiamo come dei dannati, ci mettiamo l’anima. Rispettiamo ogni singola persona che viene a vedere i Darzamat. Essi sono i nostri fratelli musicali.

E.B. - Chi ha disegnato la cover? Qual è il suo significato?

Spectre - L’intera cover è stata disegnata dal nostro amico Oras. E’ un ottimo disegnatore, molto richiesto dalle maggiori band polacche. E’ un professionista, e anche visionario. Gli abbiamo sempre tenuto gli occhi addosso, l’abbiamo controllato, ma credetemi è uno che sa quello che fa. La cover è collegata alla storia che raccontiamo nell’album. E’ disegnata secondo lo stile del vecchio libro che racconta del destino di Transkarpartia.

E.B. - Come mai avete deciso di chiamare il vostro ultimo album Transkarpartia? Di cosa parlano i testi delle canzoni?

Spectre - Il titolo dell’album venne fuori abbastanza facilmente Flauros mi chiamò una mattina e mi disse “Bello, ce l’ho.” e io gli risposi “E’ quello giusto.” I testi parlano di quando le persone venivano bruciate vive perché diverse. Venivano torturate perché non erano parte della società e non avevano paura di opporsi. A dire il vero, questo problema c’è anche al giorno d’oggi. Questo tocca tutti noi, visto che nel mondo odierno dove c’è poca tolleranza è difficile creare liberamente. Lo trovo ogni giorno più spaventoso. Accipicchia, siamo arrivati al punto in cui il governo proibisce a band come i Mayhem di suonare nel nostro paese. Non capisco e a dire la verità non voglio capire. Però verrà un giorno in cui qualcuno porrà fine a tutto questo, la gente continua ad accorgersi delle bugie che vengono dette, e la gente non vuole che sta merda continui.

E.B. - Come è di solito composta una canzone dei Darzamat? Quanto ci avete messo a comporre Transkarpatia?

Spectre - Le canzoni sono scritte da me e da Chris. Scriviamo le basi melodiche e poi ci sediamo assieme a Nera e Flauros e creiamo gli arrangiamenti. Giochiamo con tutto finché non diventa perfetto. Non facciamo compromessi. Il processo di composizione non ci ha mai dato problemi, visto che siamo una band con molte idee. Un sacco di canzoni vengono scritte mentre lavoriamo ad un album. Tra tutte quante poi scegliamo solo le migliori. Non ricordo esattamente quanto ci abbiamo messo a comporre Transkarpatia, ma non ci abbiamo messo tanto. Ci ha preso molto più tempo arrangiarlo.

E.B. - Quali progetti avete per il futuro? Avete appena pubblicato Transkarpatia e quindi è ancora presto dirlo… avete già del nuovo materiale?

Spectre - Sì, abbiamo già cominciato a lavorarci sopra e devo dire che sembra molto promettente. Abbiamo gia selezionato molte tra le canzoni pronte, anche se non siamo sicuri su che forma avrà l’album finito. Una cosa è certa: sarà caratterizzato da un’atmosfera piuttosto pesante. Sono sicuro che il prossimo album convincerà tutti gli scettici che ascoltano i Darzamat. Sai, non ci diamo limiti o cornici quando componiamo, siamo sempre molto aperti. Siamo persone libere e creiamo quello che ci sentiamo di creare in un determinato momento.

E.B. - Quanto sono importanti le tastiere e gli archi nella vostra musica?

Spectre - Le tastiere sono da sempre presenti nella musica dei Darzamat. Regalano alla nostra musica un clima specifico, ma allo stesso tempo lasciano molto spazio, cosa che adoro. All’inizio era Simon che si occupava di tutto, il che vuol dire che era lui a programmare l’intera orchestra. Prima di Semidevilish mi ero unito anche io, e abbiamo affrontato il progetto in modo diverso. Io sono un musicista, non mi piace che gli arrangiamenti siano suonati da un computer. Quindi abbiamo deciso di combinare le due cose. Se su Semidevilish avevo avuto un solo mese per unirmi al progetto, su Transkarpatia ho composto tutto io. Io e Chris abbiamo imparato a parlare lo stesso idioma, e credo che ciò si senta sull’album. Credo che la nostra fusione abbia giovato alla band. Nera e Flauros controllano sempre tutto. Sono loro che danno la forma finale ad ogni progetto.

E.B. - Pensi che il vostro stile cambierà radicalmente in futuro?

Spectre - I Darzamat sono spiriti liberi, quindi non si sa dove saremo trasportati in futuro, anche se non ci saranno grandi cambiamenti e che rimarremo una metal band. Come ho gia detto, non credo ci siano delle barriere che non possiamo scavalcare.

E.B. - Avete un grande seguito in Polonia? Come descriveresti la scena metal polacca?

Spectre - La scena metal polacca è molto forte. Ci sono un sacco di ottime band, ad esempio i Behemoth, i Vader e i Decapitated, ma non finisce qui. La scena metal e quella hardcore stanno diventando molto più vaste. Ci sono grandi gruppi che vanno dal black-up all’heavy metal.

E.B. - Che ne pensate dell’Italia? Ci siete mai stati?

Spectre - Sì, ci siamo gia stati. Abbiamo suonato al S-Hammer festival. Il pubblico è fantastico, molto esigente ma anche molto aperto. Siamo molto contenti di suonare di nuovo in Italia, perché questo significa bella donne e ottimo cibo, non vedo l’ora!

E.B. - State lavorando ad altri progetti musicali oltre ai Darzamat?

Spectre - Hai indovinato. Abbiamo creato due progetti. I Khode Six dove Chris e Flauros suonano assieme, e i Neuronic Syndrome, creato da me e Nera. Sono due mondi musicali totalmente diversi. Khode Six riguarda il metal vecchio stile, musica basata sull’energia e la forza che devasta dal primo riff. Neurotic Syndrome è un viaggio mio e di Nera, un viaggio fra le imprevedibili curve della mente umana. Fondiamo la musica da film con il jazz e Dio solo sa cos’altro. Questi sono tuttavia solo progetti, due mondi diversi dove si incontra il nostro figlio in comune: Darzamat.

E.B. - Chi ha scelto il vostro nome e che cosa l’ha influenzato nella scelta?

Spectre - Il nome Darzamat è stato creato da Simon e Flauros. Credo l’abbiano scelto perché sono affascinati dalla mitologia slava. Darmazat è un nome molto forte, e contiene diversi significati. E’ qualcosa di originale, qualcosa che non muore mai. E’ lo spirito della foresta che protegge quelli che lo rispettano.

E.B. - Grazie mille per la vostra gentilezza! Vi auguriamo un futuro di successi, potete concludere come vi pare! Ciao da RockLine.it!

Spectre - Grazie a voi. Ci vediamo in tour. Contiamo sul fatto che il vostro pubblico ci dimostri di nuovo di che cosa è capace. Preparatevi al fuoco e alla distruzione totale, stiamo arrivando!

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