Aydra
(Andrea Mastromarco)
di: 
Iacopo Fonte
27/06/2005



 

Gli Aydra stanno riscuotendo successo in tutta Italia con l'ultimo Hyperlogical Non-Sense. A distanza di pochi mesi dalla sua uscita il bassista Andrea Mastromarco spiega a RockLine.it alcuni aspetti della musica prodotta dalla band di Ancona.

I.F. - Ciao! Tanto per incominciare, potreste spiegare la storia del gruppo?

Andrea - Sarò breve! Il gruppo è nato nell’85 come Hydra, ed era dedita ad un power thrash di chiara influenza americana (qualcuno ha detto Metallica?). In seguito all’uscita del terzo demo Into The Crypta (del ’91) ha cambiato nome nel più originale Aydra; dopo alcuni cambi di line-up (in questo periodo entrano a far parte del gruppo anche Mauro e Francesco) ed altri due demo orientati verso un death/thrash abbastanza tecnico, nel ‘96 esce il primo mini cd della band, Psycho Pain Control. Nel ’99 si verificano altri cambi di formazione, ed esce dal gruppo anche Giovanni Rovatti, chitarrista e membro fondatore della band, nonché anello di congiunzione tra gli Hydra e gli Aydra; viene prodotto Icon Of Sin, primo album del gruppo, che vede gli Aydra approdare ad un death metal sempre più tecnico e cervellotico. Icon of Sin vende quasi 1.000 copie, molte per un disco autoprodotto e senza alcuna distribuzione (era reperibile solo ai concerti e contattando il gruppo). Oltretutto, grazie ad esso la band ha ottenuto nuovi importanti consensi a livello underground, e riesce ad entrare in contatto con Frank Andiver, produttore di Hyperlogical Non-Sense.

I.F. - Ci sono stati dei momenti particolarmente difficili nella vostra carriera?

Andrea - Guarda, a metà gennaio abbiamo dovuto affrontare l’abbandono del nostro vecchio batterista Nicola, che era nella band da oltre 10 anni. Un fatto del genere poteva essere potenzialmente deflagrante, dato che Nicola è un batterista formidabile (basta sentire cosa combina sul disco). Ed infatti la band è stata lì lì per morire, dato che tutti quelli a cui avevamo chiesto di venire a suonare con noi (musicisti con gli attributi quadrati, mi preme sottolinearlo) ci avevano mandato gentilmente a cagare. Fatto sta che quando stavamo per rinunciare a trovare un sostituto ci contatta sto diciottenne di Urbino che ci chiede di poter fare una prova con noi. All’inizio eravamo un po’ scettici, soprattutto in considerazione della giovane età del tipo in questione, ma dopo che l’abbiamo sentito suonare abbiamo rapidamente ritrovato le speranze, e adesso ti posso dire con certezza che gli Aydra hanno un nuovo batterista nella persona di quel fenomeno che è Davide Fabi. E, rimanendo nel tema della tua domanda, non ti parlo di tutte le date saltate, quelle andate male per colpa dell’organizzazione, della gente che ti offre un contratto solo per sfotterti anche l’anima… potrei scrivere un romanzo degno del “Ciclo dei vinti” verghiano.

I.F. - Esiste un particolare rapporto con il tipo di musica che fate?

Andrea - La ascoltiamo, ci piace, e la suoniamo… tutto qui. Anzi, personalmente non l’ascolto neanche più tanto come una volta, anche perché a parte qualche eccezione (Meshuggah, Nile, Strapping Young Lad, The Dillinger Escare Plan, Cryptopsy e pochi altri) penso che i capolavori di band come Cynic, Death, Atheist e Pestilence (tanto per fare un po' di nomi) restino tuttora insuperati. E poi secondo me, quando uno arriva ad una certa età ha necessità di variare un po’ i suoi ascolti, per progredire sia come musicista che come compositore. Quindi io ascolto un po’ di tutto, da DeAndrè, che è uno dei miei artisti favoriti, ai Brutal Truth, passando per tutto quello che c’è in mezzo (tra cui un sacco di jazz/fusion); figurati che uno degli album che recentemente m’è piaciuto di più è l’ultimo dei Planet Funk. Comunque questo riguarda solo il sottoscritto, anche perché posso assicurarti che Alessandro ascolta death metal in quantità industriale, così come Davide (che comunque ascolta di tutto). Mauro invece è rimasto un thrasher incallito, così come Francesco che ha il pallino per Jeff Waters ed i vecchi Annihilator.

I.F. - Quando vi ritrovate per scrivere qualcosa dal punto di vista lirico seguite un particolare filo conduttore?

Andrea - Per Hyperlogical non-Sense abbiamo fatto così: abbiamo deciso un tema (quello della follia umana) e io e Mauro abbiamo buttato giù i testi di conseguenza. I testi di Icon of Sin erano invece meno legati tra loro, anche perché su quel disco c’erano pezzi molto vecchi come Pleasure Dome e Night Drive. Per quello che riguarda il futuro non so che dirti, perché ancora non abbiamo buttato giù uno straccio di lirica.

I.F. - Ritenete ci sia un elemento particolare alla base della vostra musica?

Andrea - La nostra musica fondamentalmente è basata sulla tecnica e sulla violenza, elementi che caratterizzano tutta la produzione degli Aydra da Icon of Sin in poi. Questi fattori, a nostro parere, non prescindono l’uno dall’altro, nel senso che sia la tecnica è solo un mezzo per incanalare al meglio la violenza sonora. Quindi non aspettarti dagli Aydra dimostrazioni circensi di tecnica strumentale, ma neanche caos sonoro privo di senso.

I.F. - Quali sono stati i tempi di produzione di Hyperlogical Non-Sense?

Andrea - Il disco è stato registrato nell’autunno del 2003 all’incirca tra settembre ed ottobre), ma ha visto la luce solo alla fine dell’estate successiva (ufficialmente è uscito il primo settembre 2004). Questa lunghezza dei tempi è stata dovuta al fatto che, visti i nostri impegni, potevamo seguire i mixaggi solo per qualche fine settimana ogni tanto (considera anche che noi siamo di Ancona e lo studio di Frank sta a Lucca); spesso abbiamo lasciato lavorare Frank da solo per poi raggiungerlo a sistemare le cose dopo aver sentito quello che aveva fatto. E poi, sia noi che Frank, volevamo un prodotto che ci soddisfacesse al 100%, cosa che alla fine ci sembra di aver ottenuto. Ad un anno di distanza dall’uscita dell’album siamo completamente appagati di come il lavoro è stato svolto: Frank è riuscito a tirar fuori il meglio da ognuno di noi, e Hyperlogical non-Sense rimane un ottimo album, che non sfigura se paragonato a tante superproduzioni americane o svedesi.

I.F. - Siete cambiati in qualcosa in particolare tra il vecchio Icon of Sin e l’ultimo full-length?

Andrea - Mah… indubbiamente siamo più vecchi! Qualcuno ha abbandonato, qualcun altro l’ha sostituito… ma l’importante è che siamo ancora qui. Forse siamo maturati da un punto di vista compositivo e migliorati da quello tecnico, però per il resto siamo sempre noi, con la stessa voglia di suonare e di divertirci che avevamo quando abbiamo preso in mano i nostri strumenti per la prima volta.

I.F. - Avete già idee per composizioni future?

Andrea - Sì, qualche idea c’è; proprio questi giorni abbiamo iniziato a lavorare su un pezzo nuovo e posso dirti che è Aydra al 100%. Anche Alessandro, che su Hyperlogical Non-Sense aveva partecipato solo dal punto di vista degli arrangiamenti, ha diverse idee interessanti. Purtroppo abbiamo iniziato solo adesso a comporre, dato che siamo stati un paio di mesi fermi per l’abbandono di Nicola (c’era da trovare un batterista e aspettare che imparasse alcuni pezzi per vedere se era il’uomo giusto… fortunatamente c’è andata bene!) In ogni modo, non voglio anticipare nulla sulle composizioni future, anche se posso anticiparti che saranno la naturale evoluzione dei pezzi di Hyperlogical Non-Sense come questi lo erano stati per quelli di Icon of Sin.

I.F. - Avete vissuto diversi cambiamenti di line-up, ora com’è l’intesa tra i membri del gruppo?

Andrea - Adesso l’intesa tra noi è perfetta. Io Francesco e Mauro ci conosciamo da una vita e, anche se ogni tanto possono nascere degli scazzi (cose da niente, che comunque vengono sempre risolte), andiamo d’accordo sulla maggior parte delle cose. Alessandro s’è inserito alla grande, ed anche con lui c’è un grandissimo affiatamento. Anche con Davide le cose vanno alla grande: nonostante sia nella band da poco più di un mese ed abbia solo 18 anni, ha un carattere fantastico, e si è inserito perfettamente, come se fosse nel gruppo da una vita.

I.F. - Avete in programma delle possibili tappe?

Andrea - Vorremmo recuperare un po’ del tempo perso, e speriamo di riuscire a fare concerti con una certa intensità dalla fine dell’estate, anche se non disdegneremmo di essere chiamati in estremo a suonare in qualche festival. “Hyperlogical…” è un bel disco, e deve essere promosso al meglio.

I.F. - Se volete aggiungere qualcosa potete farlo!

Andrea - Che dire? Grazie a te per lo spazio concessoci, e grazie a tutti quelli che ci supportano in ogni modo visitando il nostro sito, venendoci a vedere dal vivo ed acquistando il nostro album; grazie a tutte le webzines che hanno parlato e parlano di noi, ed infine grazie a Frank Andiver che ha creduto in noi ed ha fatto sì che Hyperlogical Non- Sense vedesse la luce.

I.F. - L’intervista finisce qui! Grazie per il tempo che ci avete concesso. Vi auguriamo grande fortuna e di tornare sulla scena italiana ai massimi livelli. Ciao!

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