At The Gates
(Anders Bjorler)
di: 
Edoardo Baldini
18/12/2007



 

Riunitisi per una serie di date, previste a partire dall'estate 2008, gli storici At The Gates sembrano aver ritrovato l'equilibrio interno del periodo 1990-1995, che vide la nascita del capolavoro Slaughter Of The Soul e di altri ottimi capitoli discografici. A parlare a RockLine.it del futuro della celebre formazione svedese è la mente del progetto Anders Bjorler, ora noto ai più per la sua attività negli altrettanto validi The Haunted...


E.B. - Ciao Anders! Benvenuto su RockLine.it! E’ un onore per noi poter intervistarti proprio nel momento della così tanto attesa reunion di voi At The Gates. Grazie per averci concesso quest’esclusiva. Prima di tutto, come stai?

Anders - Tutto bene, grazie.

E.B. - Allora, voi At The Gates siete tornati dopo diversi anni di silenzio. Non ti chiederò riguardo alla possibilità di un nuovo album perché vi siete riuniti solo per alcuni show nel 2008, ma vorrei sapere quali sono, secondo te, le aspettative del pubblico Metal nei vostri confronti. Che reazione avrebbero alla news di un nuovo album da parte degli At The Gates?

Anders - Beh, le aspettative sembrano essere molto elevate. Possiamo solo dare il meglio di noi stessi per questi pochi concerti nel 2008 perché stiamo realizzando tutto ciò sia per i fans (questo è solo un motivo), sia per noi stessi, riunitici per il gusto del divertimento.

E.B. - Chi è Anders Bjorler ora? Quali aspetti sono cambiati nella tua personalità e nel tuo approccio verso la musica rispetto a dieci anni fa?

Anders - Molte cose sono cambiate, come avviene per tutte le persone. Si cresce e si acquisiscono nuove responsabilità e nuovi impegni. Penso che musicalmente non sia invece mutato nulla, perché purtroppo non ho molto tempo per ascoltare la musica, rappresentando questa il mio lavoro. I modi con cui mi rilasso sono la lettura, la visione di film e il divertirmi in giro con gli amici. La musica è sempre stata intorno a me in qualche modo, ma non mi accosto costantemente all’ascolto a casa. E comunque quando mi dedico all’ascolto, preferisco musica soft e melodica per potermi rilassare (come per esempio gli Anal Cunt, ahah).

E.B. - Dalla pubblicazione di Slaughter Of The Soul la scena di Gothenburg si è evoluta, raggiungendo una dimensione che forse all’inizio voi e gli altri pionieri del Death Metal non avreste neanche potuto immaginare. Che cosa rappresenta Gothenburg per voi ora e che cosa pensate riguardo al suo panorama musicale?

Anders - Beh, hai detto che si è evoluta…non sarei molto d’accordo. Vedo solo le formazioni che ci sono sempre state, come In Flames, Dark Tranquillity, ecc. Non ci sono nuove bands che stanno producendo qualcosa di originale ed innovativo, a tal punto da interessarmi. Oggi ho perso totalmente contatto con la scena. Forse ci sono alcuni gruppi validi, ma non me ne preoccupo. Il Death Metal per me è stato qualcosa di significativo allora ed ora non fa più per me. Mi piace ancora il vecchio materiale, ma per quel periodo era fresco e nuovo. Al giorno d’oggi il genere continua solo a ripetersi.

E.B. - Beh, il tuo lavoro con i The Haunted può essere considerato come lo sviluppo naturale del suono di Slaughter Of The Soul. Sei d’accordo con me o tu separi radicalmente il timbro dei The Haunted con il periodo At The Gates?

Anders - Ovviamente i The Haunted sono in qualche modo una continuazione degli At The Gates. Io e Jonas abbiamo scritto il 99% della musica di Slaughter Of The Soul ed ora siamo i compositori principali nei The Haunted. Abbiamo uno stile caratteristico. Ovviamente i toni vocali sono differenti e anche la presenza di diversi membri ha definito un nuovo timbro, ma penso comunque che canzoni come Shadow World, Hollow Ground, Trespass non avrebbero stonato su un album degli At The Gates.

E.B. - Come vi sentite sapendo di rappresentare uno storico tassello per molte bands che si sono formate negli ultimi dieci anni? Segui la scena underground sui cui avete esercitato una grande influenza?

Anders - Prima di tutto, non c’è più una scena underground. Quella è morta con l’avvento di Internet. Oggi tutti possono raggiungersi e farsi ascoltare attraverso una pagina MySpace. Tempo fa invece non avevamo quasi i cellulari. Ci scrivevamo le lettere per poterci parlare. C’erano ancora le cassette da registratore e i magazine stampati. Oggi la maggior parte dei magazine sono su internet: internet è sicuramente un immenso strumento, così come i programmi per i pc e i software musicali hanno davvero aiutato le persone nelle loro registrazioni. Chiunque ai nostri giorni può registrare nel suo salotto, sono solo necessarie una chitarra, alcuni plug-in e un software per la registrazione.

E.B. - In particolare negli ultimi anni, negli Stati Uniti, la scena Metalcore ha tratto diversi elementi dallo stile scandinavo e parecchie formazioni citano gli At The Gates tra i loro maestri. Cosa pensi riguardo a questo nuovo genere?

Anders - Ogni anno nascono nuove mode. Se vedono qualcosa di buono negli At The Gates, sono contento. Non ascolto quel tipo di musica e quindi non posso dirti di più riguardo le correlazioni tra quello stile e gli At The Gates.

E.B. - C’è una giovane band italiana, i Vedova, che ha realizzato una cover di Blinded By Fear, scaricabile dal sito ufficiale. Quali sono le tue impressioni verso una versione Doom della vostra celebre canzone? La vostra violenta e veloce Blinded By Fear sembra essersi tramutata in una bella traccia lenta e melodica…

Anders - Mi piacciono le bands che cercano di inserire il loro stile e che non cercano solo di emulare l’originale! Questa versione mi ricorda parecchio i Candlemass, eheh…

E.B. - Molti gruppi scedesi che hanno contribuito allo sviluppo del Death svedese hanno gradualmente mutato il loro stile originario, raggiungendo timbri più moderni, ricchi di elettronica (Dark Tranquillity) o vicini alla cultura d’oltreoceano (In Flames o Soilwork). Cosa pensi riguardo a queste sperimentazioni?

Anders - Il progresso è sempre importante, la regressione no. Esplorare la musica è solo una parte dell’essere artisti.

E.B. - Avete programmato alcune date per l’estate 2008. Seguiranno altri concerti in autunno o inverno?

Anders - Aggiungeremo ulteriori concerti sempre. Non suoneremo in località remote come l’Antartide, ma cercheremo di coprire tutti i continenti. Per il resto, per voi fans ci sarà forse un DVD. Speriamo in bene.

E.B. - Qual è il tuo miglior ricordo del passato con gli At The Gates?

Anders - Il primo tour americano.

E.B. - Qual è il segreto che permette di comporre album come Slaughter Of The Soul?

Anders - Non saprei. Quell’album è uscito così. Dopo che Alf ebbe lasciato la band ci siamo concentrati poi su uno stile compositivo di gran lunga più semplice.

E.B. - Tomas, come nel tuo caso per i The Haunted, ha continuato a comporre per i suoi progetti sin dalla dissoluzione degli At The Gates. I suoi The Great Deceiver appaiono come un misto del sound degli At The Gates con meandri Hardcore. Quali sono le tue impressioni riguardo alla carriera di Tomas, al di fuori della sua militanza negli At The Gates?

Anders - Tutto ciò mostra solo la determinazione nello scrivere musica e nel suonare. Abbiamo continuato su strade diverse, ma ci è sembrato importante proseguire con ciò che ci divertiva. Anche Martin e Adrian hanno perseverato nel settore musicale, mentre i progetti di Martin si sono collocati in una scena più underground.

E.B. - Se doveste comporre un altro album per gli At The Gates, quali tematiche trattereste? Siete ancora interessati alle tematiche legate alla morte, alla società, alla religione e ai conflitti interiori, come nel periodo 1990-1995?

Anders - Penso che continueremmo a sviluppare questi stessi argomenti, perché sono ancora attuali.

E.B. - E’ arrivata la bella notizia della vostra futura performance al Gods Of Metal. Inoltre è stata da poco confermata anche la data al Wacken Open Air…

Anders - Sì, abbiamo appena accettato l’offerta del Wacken perché è un buon festival a cui accorrono persone da tutto il mondo. Per quanto riguarda il Gods Of Metal, siamo lieti di tornare in Italia. Il responso del pubblico è sempre stato ottimo e le persone sono davvero appassionate.

E.B. - I The Haunted hanno vinto diverse volte i Grammy Awards svedesi nella categoria “Miglior band Hard Rock”. Anche gli At The Gates furono nominati nel 1996 ma la vittoria andò ai Fireside. Come reagiste in quella situazione?

Anders - Sì, con i The Haunted abbiamo vinto nel 2001 e due volte nel 2003. Nel 1995 c’erano solo quattro bands nominate: Meshuggah, At The Gates, Yngwie Malmsteen e Fireside. Vinsero i Fireside, sebbene non fossero propriamente Metal. Comunque la categoria era “miglior band Hard Rock” e non “Metal” e quindi penso che la decisione fosse stata giusta. Non eravamo troppo tristi perché per noi era già una gioia essere stati nominati.

E.B. - Un’ultima curiosità: come avete scelto il moniker At The Gates?

Anders - Credo che sia stato Alf a consigliarlo. Forse l’aveva preso dal titolo The Piper At The Gates Of Dawn dei Pink Floyd. Non saprei. Ricordo però che in quegli anni andava di moda avere nomi formati da tre parole.

E.B. - Grazie per il tempo che ci hai dedicato, Anders. Ti auguro un 2008 di successo. A presto da RockLine.it!

Anders - Grazie a voi! A presto!

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente